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Perché la musica migliora la performance lavorativa

La musica ha un impatto determinante sulle facoltà intellettive e fisiche dell’essere umano.

Non si tratta di un’ipotesi, ma di un dato accertato da molteplici ricerche scientifiche. Tali studi coinvolgono un elevato numero di ambiti d’inchiesta: medico-terapeutico, sportivo, psicologico, sociale, commerciale…

Un connubio che esplicita con chiarezza gli effetti che la musica ha in generale sulle performance umane è quello che la affianca alla dimensione sportiva. Specie per l’ingente numero di studi compiuti in tale ambito.

Musica e sport

A quanti di voi è accaduto di passeggiare con e senza musica? Avrete probabilmente avuto l’impressione che il tempo che avete dedicato a tale attività sia trascorso più velocemente quando ascoltavate la vostra musica preferita. Ed è altrettanto plausibile che, una volta rincasati, vi siate sorpresi di non accusare la stessa stanchezza che avevate avvertito quando avevate lasciato il telefono a casa.

Alla base di quelle che chiamiamo “impressioni”, sta la realtà che descrive particolari reazioni biochimiche che avvengono nel nostro corpo quando ascoltiamo musica.

Le prime indagini, svolte al fine di stabilire il rapporto tra la performance agonistica e l’ascolto di musica, risalgono alla fine degli anni ’90. Ma fu a partire dal 2007 che tali ricerche s’intensificarono: durante la maratona di New York di quell’anno infatti, gli organizzatori decisero di bandire la musica dalla competizione. Da quel momento gli studi scientifici si svilupparono fino ad individuare 5 modi in cui la musica può agire modificare la performance sportiva:

1. Dissociazione: la musica abbassa la percezione degli sforzi;

2. Controllo dell’eccitazione: la musica altera l’eccitazione psicologica ed emotiva e perciò può essere utilizzata prima dell’allenamento o della competizione come stimolante o come calmante;

3. Sincronizzazione: la sincronizzazione della musica nei suoi elementi ritmici (battiti e tempo) con movimenti ripetitivi nel tempo è associata ad un miglioramento nel rendimento dell’attività;

4. Acquisizione di abilità motorie: la musica può avere un impatto molto positivo sull’acquisizione della abilità motorie;

5. Raggiungimento della trance agonistica: l’intervento della musica migliora la performance atletica innescando emozioni e processi cognitivi collegati al raggiungimento della trance agonistica.

Musica al lavoro

Senza entrare nel dettaglio dei processi biochimici su cui poggiano tali evidenze scientifiche, possiamo facilmente intuire che questi si verifichino anche quando ascoltiamo musica compiendo un’attività diversa dallo sport.

Quando lavoriamo mettiamo in moto meccanismi cerebrali di diverso tipo, la cui natura dipende dal tipo di attività che svolgiamo.

Indipendentemente dall’ambito in cui lavoriamo però, e da quanto meccanica sia l’attività che svolgiamo, resta un fatto provato: la musica influisce sull’umore, condizionando profondamente la nostra predisposizione al lavoro.

Una ricerca condotta da Applied Ergonomics ha evidenziato il legame tra musica ed efficienza, e secondo il dottor Lesiuk, docente di Musicoterapia all’Università di Miami, la musica giusta migliora l’umore e rende positivi: due elementi che combattono lo stress e favoriscono il ragionamento.

Dopotutto il legame tra musica e creatività è già stato messo in luce da diversi studi, che hanno provato come il suono aiuti a mantenere alta la concentrazione e favorisca la nascita di idee originali.

Musica e retail

Immaginate di essere un/a commesso/a di un negozio, e di recarvi ogni mattino sul posto di lavoro. Vi siete alzati da poco e, dopo le luci, accendete la radio, che il vostro datore di lavoro vuole riproduca esclusivamente brani hard rock. A meno che non siate dei patiti di musica hard rock (e anche in tal caso forse nulla cambierebbe), il vostro approccio alla giornata lavorativa potrebbe, alla lunga, risentirne.

Chi lavora nel retail sa quanto sia difficile sostenere i ritmi lavorativi scanditi dal rapporto con i clienti (non sempre semplice da gestire) e caratterizzati da molteplici ore, trascorse in un ambiente chiuso, spesso anche 6 giorni su 7.

I benefici che i clienti di My Radio Store riscontrano nell’utilizzo di una in store radio personalizzata, derivano anche dalla soddisfazione del personale di vendita. La varietà di brani proposti fa sì che risulti assai improbabile il cosiddetto effetto loop di cui spesso cade vittima il personale di vendita.

Ed è quest’ultimo che, con la sua performance quotidiana, fa la differenza nel determinare il successo o l’insuccesso di un’attività di retail.

Un venditore di buon umore fidelizza la clientela

Il personale di vendita viene accompagnato nella sua giornata lavorativa da una playlist studiata ad hoc per il brand, che modifica il mood sonoro a seconda delle fasce orarie. La musica costituisce il carburante della loro prestazione, che migliora sensibilmente: agisce positivamente sull’umore e, dunque, sulla predisposizione all’impegno e al contatto con il cliente.

Come conseguenza ad un miglioramento del tono dell’umore, si ha una percezione filtrata del senso di stanchezza e, ancora, la sensazione che il tempo passato al lavoro risulti “minore e migliore”.

Un venditore di buon umore è una persona capace di instaurare un rapporto positivo con il cliente. Ciò aumenta le probabilità che un prodotto proposto venga acquistato, che quindi il guadagno del punto vendita cresca e che il cliente venga fidelizzato: avendo vissuto un’esperienza umana positiva, con tutta probabilità tornerà ad acquistare nel medesimo pv.

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